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Sonia Spirito
Direttrice dell’associazione
L’Albero della Musica
Sarda di nascita si diploma in canto nel 2001 al Conservatorio “L. Canepa” di Sassari e successivamente segue corsi di perfezionamento in canto (con G. Devinu, A. Scarabelli e M. Aspinall) e in musica da camera dopo il suo trasferimento a Milano nel 2002 alla Fondazione Scuole Civiche di Milano.
Ha effettuato numerosi concerti sia cameristici che operistici, senza tralasciare un’intensa attività corale, tra cui si segnala un biennio con il Complesso da Camera I Civici Cori a Milano.
L’attività è proseguita con una intensa formazione nella propedeutica musicale: (Metodo “Io cresco con la musica”, Metodo “Kodaly”, Metodo “Ritmìa”) e nella Direzione di Coro. Nel 2011 frequenta il primo anno del Corso di Direzione di Coro c/o il Conservatorio “G.Verdi” di Milano. Attualmente frequenta il Corso di Formazione Formatori del “Sistema delle Orchestre e dei Cori Giovanili in Italia” c/o la Scuola di Musica di Fiesole e la formazione LIS (lingua dei segni italiana). Dal 2003 al 2011 ha insegnato come docente esperto in propedeutica musicale nelle Scuole Primarie e dell’Infanzia. Ha collaborato con la Fondazione Scuole Civiche di Milano, dal 2005 al 2011 come docente nelle Scuole Primarie e dell’Infanzia e dal 2010 come Coordinatore dei Progetti nelle Scuole.
Dal 2011 è Coordinatore dei corsi, dei Progetti nelle Scuole e dei Cori, dal 2014 Direttrice dei corsi dell’Albero della Musica per la quale, nel 2018, diventa Presidente. Dirige e prepara il Coro Voci Bianche “Italo Calvino” fin dalla sua fondazione nel 2004.
Dal 2016 segue in prima persona gli sviluppi del progetto “Proprio in Gamba” per il quale è responsabile dei contenuti social sulle pagine facebook ed Instagram.
Sonia, una figura fondamentale per il progetto Proprio in Gamba: qualche domanda per conoscerci meglio
La tua vita è un viaggio davvero molto interessante e considerando che questo blog parla di viaggi vorrei provare a ripercorrerla con te.
Partiamo dall’inizio: tu nasci in Sardegna e studi musica al Conservatorio di Sassari conseguendo all’età di 24 anni il diploma di cantante.
Da dove nasce l’amore per la musica?
L’amore per la musica è nato con me credo, ho sempre cantato da quando ero piccolissima ma senza particolari forzature, a casa nemmeno si erano accorti di questa dote particolare. Adoravo cantare con un mio carissimo zio e la particolarità di fargli sempre i cori è stata la caratteristica che senza saperlo ha poi influenzato tutta la mia carriera.

Il viaggio della tua vita continua e si sposta a Milano. Raccontaci il perché di questa scelta e le prime sensazioni che hai provato una volta giunta nella città meneghina. È stata dura? Quando è durato l’ambientamento?
La scelta è stata un po’ avventata, dovuta al fatto che in quel preciso momento della mia vita non ci fossero in Sardegna particolari opportunità di approfondire gli studi né una situazione sentimentale vincolante. Ero libera di fare questo passo e nel giro di un mese da quando ho iniziato a pensarci sono partita.
Ho fatto una settimana di perlustrazione con esami di ammissione a corsi di perfezionamento, dei colloqui di lavoro e un’audizione. È andato tutto bene e mi sono detta: È questo il segnale, andrà bene!!
Sono arrivata a Milano in una splendida giornata di sole, la prima cosa che ho visto è stato il retro del Duomo, poi la galleria, mi sono innamorata della bellezza di questa città. Una piccola difficoltà iniziale risolta grazie alla fiducia e affetto di chi mi stava vicino, da lì in poi è andato tutto bene.
La tua maturazione professionale decolla definitivamente quando inizi a lavorare con i bambini e con i cori.
In che momento hai sentito la necessità di voltare le “spalle al pubblico”, perdendo la possibilità di non essere più la sola protagonista sul palco per condividere con un coro gli applausi degli spettatori?
In realtà “dare le spalle al pubblico” per me non è stata una perdita, anzi… Cantare da sola mi spaventava tantissimo, sentivo la responsabilità e ne ero molto intimorita, sai forse non era né il momento né il repertorio giusto per me.
Inoltre, solo quando ho avuto a che fare di nuovo con i cori dopo averci cantato per anni, mi sono resa conto che mi mancavano da morire le armonie che solo tante voci insieme possono creare. Per me non ci ho perso, ma solo guadagnato!
Vuoi mettere la fortuna di poter fare un concerto anche con il raffreddore?
Da cantante non lo puoi fare, da direttrice si!!
L’avvicinamento con il mondo della disabilità passa da un progetto che segui in prima persona: il Coro delle Manos Blancas. Spiegaci cosa è, da quanto tempo lo segui e come possiamo fare per seguirlo e sostenerlo.
Il Coro delle Manos Blancas è stato un vero colpo di fulmine. Un giorno per caso vidi un video su Youtube che parlava di un gruppo corale in cui ragazzi con disabilità motorie e cantano e creano una danza delle mani che accompagna la musica. Mi hanno colpito fortemente le dichiarazioni dei fondatori, Jhonny Gomez e Naybeth Garcia, la consapevolezza con cui operano certi che con l’amore e la musica si possano migliorare situazioni a volte anche insperabili. Le loro esibizioni sono emozionalmente molto forti, smuovono corde dell’animo umano che a volte la sola musica non riesce a raggiungere.
Quando scoprii qualche anno dopo che i due fondatori sarebbero venuti in Italia mi fiondai a conoscerli, è nato un rapporto meraviglioso che continua tutt’oggi e dopo tanta pazienza e sacrifici abbiamo il Coro delle Manos Blancas anche a Milano.
Poi arriva il nostro incontro e la nostra storia d’amore è iniziata. La disabilità non è più solo professionale ma entra nella sfera privata e nella vita di tutti i giorni. L’avresti mai immaginato?
Devo dire di no, non l’avrei mai detto, ma sai, la vita ci sorprende sempre.
In effetti poco prima che ci conoscessimo c’è stata una strana coincidenza, un ‘segnale’ che ovviamente non ero in grado di riconoscere.
Io sono una fan sfegatata di “Ballando co le stelle” la trasmissione televisiva in cui alcuni vip, aiutati da ballerini professionisti, si sfidano a colpi di salsa, tango e fox trot.
Nell’edizione del 2014 una concorrente, poi vincitrice, è stata Giusy Versace, atleta paraolimpica che perse le gambe in un incidente stradale.
L’ho seguita, ammirato il suo sorriso e la sua tenacia, l’ho profondamente stimata e ho sempre pensato che avesse una grinta e un coraggio ammirevoli, con quel meraviglioso sorriso poi. Ballando con le stelle è finito il 7 dicembre 2014, io ti ho conosciuto il 23 gennaio 2015, direi che il destino mi aveva avvisata per bene. Quando prima di conoscerci mi avevano avvisato della tua condizione all’inizio mi sono spaventata, non sapevo bene che effetto mi avrebbe fatto. Solo che poi mi sono detta: “Caspita hai tanto ammirato la Versace e ora stai per conoscere dal vivo una persona che potrebbe avere la sua grinta, potrebbe piacerti”. E in effetti mi sei piaciuto talmente tanto che poi ti ho sposato… (ride)

Come si vive con un disabile accanto? Quali difficoltà hai dovuto affrontare e cosa invece ti ha regalato – e ti sta regalando – questa fase della tua vita?
Ma, sai Alessio, la disabilità che trattavo io fino al nostro incontro era più psichica e cognitiva che motoria, è un po’ diverso. Vedo dei casi talmente gravi che, non volendo assolutamente sminuire il tuo, faccio davvero fatica a vedere la tua come una disabilità.
È vero, ti manca una gamba, ma per me se avessi i capelli rossi, gli occhi a mandorla o la pelle scura sarebbe lo stesso. Forse è questa la normalità del nostro rapporto, io non ti vedo per la tua disabilità, perché so che, piano piano, tu riesci a fare le stesse cose. Certo, io ci sono per aiutarti nelle difficoltà, ma tanto ci sarei stata comunque, dove sta la differenza?
Ma se non si ha il coraggio di affrontarli e superarli si può davvero fare qualsiasi cosa, ne è la prova il fatto che in questi anni tu stesso hai fatto più cose di quando avevi due gambe! Questo per me è un costante insegnamento e fonte di ispirazione.
La cosa peggiore sono i limiti che albergano nella nostra testa, quelli si sono pericolosi, perché ci impediscono di uscire dal nostro guscio, di esplorare l’ignoto, di conoscere e crescere.
La tua forza ed il tuo entusiasmo sono alla base del blog Proprio in Gamba che, inutile nasconderlo, non avrebbe probabilmente mai visto la luce senza il tuo prezioso contributo morale ed organizzativo.
Senti il peso della responsabilità di questo progetto? Dove pensi possa arrivare?
Peso? No, assolutamente, credo sia un progetto che covava dentro di te da tanto tempo e aspettasse solo il momento giusto per nascere. Credo che come per me anni fa vedere in tv Giusy Versace sia stata fonte di ispirazione ora i tuoi consigli possano esserlo per tante altre persone.
Anche se adesso il tema della disabilità è stato per certi versi sdoganato rispetto a prima è bello che un disabile trovi un portale dedicato con i consigli giusti nel caso in cui voglia intraprendere un viaggio. Che poi, io sono per l’inclusione sempre e comunque, hai mai pensato che i tuoi consigli non servano solo a chi ha una protesi o sia su una sedia a rotelle ma anche a una famiglia con passeggino o ad un anziano con difficoltà a camminare?
La mia idea è che pian piano anche altre persone abbiano voglia di scrivere le loro esperienze e che il tuo blog diventi una punto di incontro in cui si possa chiacchierare, scambiarsi esperienze, opinioni e consigli, dove anche noi un giorno potremo seguire un itinerario preparato da un altro ‘Proprio in Gamba’ come te. Sarebbe un traguardo pazzesco!

Che rapporto hai con i viaggi?
Io ho scoperto i viaggi in tarda età, su questo Milano ha avuto un ruolo fondamentale, perché come mi ha aperto la mente sulle differenze con la mia terra di nascita mi è venuta poi la curiosità di sperimentare queste differenze anche col resto del mondo.
Credo che il segreto di un buon viaggiatore sia non fare paragoni tra i luoghi che visita, ho scoperto viaggiando che non c’è un posto più bello dell’altro, perché ognuno è stupendo a suo modo, ha le sue caratteristiche e regala ogni volta emozioni e insegnamenti diversi.
Ogni volta torno da un viaggio più ricca, di sapori, profumi, musiche, paesaggi, persone diverse tra loro e per questo meravigliose. Non voglio più smettere e devo ringraziare te per condividere con me la tua passione.
Qual è il viaggio che ricordi con piacere più di tutti gli altri? Non dirmi “quello che devo ancora fare” perché non vale…
Il viaggio che ricordo con più piacere è stato proprio il primo, fatto a Parigi. Lasciando da parte i motivi sentimentali, il doverti implorare di sederci perché io avevo mal di piedi e non riuscivo più a camminare e tu invece andavi ancora a passo spedito o vederti scalare 400 gradini per salire sul campanile di Notre Dame mi ha definitivamente convinto che sei un figo pazzesco e quindi si, facevi apposta per me! (ride)

Hai un viaggio che sogni di fare da sempre?
CUBAAAAAA!!!!!
Tu gestisci in prima persona i canali social di Proprio in Gamba ed i tuoi pareri hanno un peso influente nelle decisioni che prendiamo giorno dopo giorno. Che contributo pensi di poter dare al progetto in futuro?
In realtà io spero di poter essere sempre più presente e che tu abbia sempre più bisogno di me.
Amo questo progetto perché porta alti ideali su cui credo da sempre: bisogna credere e lottare nelle cose, col sorriso, sempre!
Disabilità, viaggio e musica. Tre parole che possiamo dire hai tatuato sulla pelle.
Secondo te c’è un filo conduttore che le unisce?
C’è un principio fondamentale che la musica ti insegna da subito, la costanza: grazie ad essa e a una buona dose di fiducia in te stesso con lo strumento e la voce raggiungi livelli impensabili. La stessa cosa vedo con la disabilità, con tanta costanza e forza di volontà tu stesso davanti ai miei occhi hai superato dei traguardi che mai avremmo immaginato e tanti ancora ne supereremo.
E come la musica contiene una varietà incredibile di stili così ci sono tanti luoghi differenti da vedere in giro per il mondo, belli proprio perché in ognuno trovi qualcosa di diverso di cui nutrire il tuo spirito.
Il tuo progetto permette proprio a tutti, così diversi tra noi, di assaporare e godere di questa diversità, un ideale altissimo!
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